Tra i personaggi che hanno avuto un ruolo da protagonisti nel Novecento, un posto di tutto rispetto lo merita l'americano Charles Augustus Lindbergh. Il "trasvolatore pazzo", "l'aquila solitaria", come l'avevano soprannominato la gente ancorata alla solida realtà dei mezzi terresti e forse timorosa degli orizzonti che il coraggioso aviatore stava dischiudendo.
Erano le 7:52 del giorno 20 maggio 1927 quando, dopo 33 ore e 32 minuti di volo transatlantico, tagliato fuori da qualsiasi contatto, sospeso lassù nel cielo in balia della stanchezza, di possibili guasti, sonno e umana paura, Charles Lindbergh planò a Parigi a bordo del velivolo "Spirit of Saint Louis" quasi fosse arrivato da Marte.
Veniva dalla ben più terrestre, ma per allora molto lontana, New York.